riprendiamo le fila un attimino.
vado a sciare con stefano a La Thuile: crociato anteriore.
sono in vacanza in Toscana: mi chiamano per sostituire Stefano in barca perchè ha avuto una congestione virale la notte prima di partire.
di nuovo, nonostante le mie perplessità, andiamo a sciare ma questa volta a Pila: tripla frattura scomposta, lacerazione del quadricipite femorale, shock post trauma per Giovi.
Sono forse attore di un orribile disegno più grande di me? Francamente, spero di no. Allora io non credo alle superstizioni, al sale dietro la porta, ma il buon sangue napoletano alla fine rimane e il corno in casa c'è così come il peperoncino me lo sono portato in tutte le case anche a Berlino.
Ma sta storia mi sconvolge un poco.
Ste è a bordo della pista, Fede lo aiuta (beh, diciamo che crede di aiutarlo...), Jeti e Garo si danno da fare e io rimango lì impalato. Biascico due parole ad un inglese che si avvicina per dare aiuto, non so cosa gli dico ma da dietro Ste lo manda a fare in culo. Una sensazione tremenda, Ste che sta male, gli altri si guardano preoccupati ma cercano di sdrammatizzare, la mia voce esce rotta: dai che non è nulla, stai tranquillo. Forse lo sto dicendo a me.
Mi sento un po' come OJ Simpson: colpevole. E' netto quello che sento nella mia testa: "Ma--Porca--Troia". Mi riprendo un attimo, cerco di dare un po' di conforto ma ho paura di cadere addosso a Ste (ho un'agilità sulla neve paragonabile a un nonno che gioca a beach volley, sono veramente curioso di vedere un filmato di quando scio). Mi allontano quando arrivano i soccorsi.
"L'avete fatta l'assicurazione?" "Giovi, me l'hai fatta?". Di nuovo ascolto la mia testa "Ma--Porca--Troia". Vaccassa boiassa. Zio caro. Tento di fare qualche battutina, ma non fanno altro che rendermi ancora più antipatico.
In pochi attimi Ste è già un fagottino dentro un toboga, non dopo aver insultato tutte le eventuali madri illegittime dei soccorritori: gli altri prendono gli sci o le racchette, io invece con le gambe che mi tremano modello vertigini sullla Sagrada Familia scendo piano piano. Ma proprio piano. Ad ogni movimento sento un potenziale infortunio. Arrivo illeso a fine pista, praticamente un mezzo miracolo. Lui è in ambulatorio, io sono ancora sotto shock mentre lui si è ripreso, mentre gli tolgono la tuta tento in qualche maniera di stargli vicino ma devo fare uno sforzo enorme quando lui mi dice "Và và che roba.. guarda qui è tutto fuori l'osso.. fiiiiiiii che roba!" io sorrido ma sembro più falso e banale di un intervista di un calciatore.
Esco e prendo un po' d'aria. Respiro. Mi sento un vero pirla. Sto quasi peggio io.
Poi mi riprendo, ambulanze ospedali varie storie. Lui sta meglio.