martedì, ottobre 02, 2007

Grand Tour de Piroga Pride - tappone a Monaco

Tempo di nuovo trasloco, e tempo di piroga pride. Questa volta a Monaco, per venirmi a trovare.
Come al solito, ci sarebbero molti aneddoti da raccontare. Ci sarebbero anche molti tormentoni, che ci hanno guidato per questi giorni passati insieme, ma quelli se ne andranno, nell’oblio del tempo destinato a scorrere assieme alla nostra amicizia.
Ci sono state sicuramente molte birre, litri di birra, a lubrificare i nostri momenti, ad accelerare le nostre serate, a scomporre i nostri stomaci. La follia di una festa come l’Oktoberfest, all’inizio criptica, poi genuina per quello che abbiamo visto, che ci ha permesso di ballare sui tavoli, brindare con nuovi amici, farci cantare a squarciagola.

Anche il sole bavarese ci ha tenuti in ballo un po’, e dopo essersi negato ed averci offerto agli dei della pioggia, ha deciso di fare capolino nelle nostre mattine assonnate, di disturbare con i suoi riflessi il russo che gioca alla play, di scaldarci ai tavolini di un bar, di rassenerare le nostre passeggiate in una cittá a me ancora parzialmente conosciuta, e quindi parzialmente apprezzata. Temevo che la cucina bavarese non fosse ritenuta all’altezza, ma alla fine i brezel (altrimenti chiamati ‘volanti da formula uno’ da Ale) hanno fatto colpo anche sul resto del gruppo.
Ma ci sono delle cose che non sono mai state in discussione, come le felicitá di stare insieme. E questa é la cosa che mi fa sentire cosí unito, cosí parte di qualcosa. Quando basta uno sguardo per capirsi. Quando si cammina, si gioca, si ride, si mangia tutti insieme. Quando tutti insieme si parla, milioni di parole, centinaia di gesti volti a discutere insieme. E poco importa che ci siano delle eccezioni: dovró segnarmi sull’agendina di non appartarmi in un divanetto con Mattia in un locale buio, i suoi monologhi ricordano quelli di Fidel Castro.

Importa che le cose si vivano insieme, che ognuno porti quello che ha: il suo entusiasmo, il suo talento, la sua cocciutaggine, la sua fedeltá, la sua imprevedibilitá. Importa, ed io ne sono orgoglioso, che ognuno porti quello che ha in maniera umile (chi piú, chi meno..), e che sia pronto ad offrirlo per costruire una cosa insieme: da un discorso importante, alla scelta di cosa fare, al ruolo in un torneo di winning. Per creare quella atmosfera da vix vaporub, che fa star bene. E non per creare quella atmosfera creatasi in casa, che ho dovuto dar fuoco ai divani per disinfettare il tutto. Certo, adesso ho imparato a dover nascondere i miei i capi d’abbigliamento di punta, prima che Fede se ne possa appropriare e di riflesso attrarre lo sguardo delle donne per strada.

Ad ogni modo, non faccio in tempo a provare nostalgia per questi giorni, perché giá penso a quando potremo riincontrarci. Sará forse Sasha a portarci tutti a Hollywood, la capitale del grande cinema, o forse meglio a Budapest, la capitale del grande cinema porno? E Fede, rimarrá nella sua valle ad invitarci ogni weekend, o forse ci soprenderá? Ale invece, metterá finalmente in atto uno dei suoi milioni di progetti, per ospitarci nei peggiori bar di Caracas? Saró forse di nuovo io a spostare questi disperati, questa volta in terra spagnola ? O forse l’avvocato ci regalerá una sorpresa? Per quanto riguarda Mattia, neanche i famosi ricercatori della Pennsilvania sono riusciti a scoprire un algoritmo che preveda le sue scelte...

Alla prossima, e speriamo che sia sempre come é, come é stato, come deve essere.

2 Comments:

Blogger takajiro said...

Questo commento è stato eliminato dall'autore.

10/03/2007 4:17 PM  
Blogger takajiro said...

oh raga, che fate questo week-end??

grazie giovi, al solito...una favola..

10/03/2007 4:18 PM  

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