giovedì, maggio 05, 2005

ehi amico, posa la forchetta o sparo

A casa mia, ogni pasto è una guerra.
Di nervi, di tempismo, di stomaco, di sguardi.
Normalmente, da quando si è sposata mia sorella grande, gli attori principali sono quattro. E' anche utlie sapere come sono dislocati, per comprendere al meglio il Binet-Risiko:
- papi : postazione sotto la caldaia, alla quale si aggrappa modello tarzan prima e dopo il pasto. completamente isolato dai fornelli, dal frigo, può solo accedere ai detersivi, ai vini chiusi e alle patate (crude) che sono sotto il tavolo.
- giovi : a fianco al capofamiglia. parziale accesso al forno e ai fornelli, potenziale accesso al balcone (ma, per evidenti problemi di vertigini, non sfruttato)
- bea : di fronte a giovi, accesso a forno, fornelli, frigo, pane.
- mamma : idem come bea, ma di fronte al papi per un controllo più da vicino dell'attaccante più pericoloso. All'occorrenza, può anche rintuzzare le offensive di bea, salvando i cibi nelle mensola alla sua sinistra vicino alla frutta, territorio neutrale.

Le offensive normalmente hanno luogo alle 13:30 e alle 20, con eventuali cambiamenti per il fine settimana.
Normalmente funziona che mia mamma prepara due pasti, uno per noi e uno ipocalorico per mio padre, il quale però una volta finite le sue cibarie si butta sulle nostre. E' quindi fondamentale raggiungere e difendere il meglio possibile il cibo e metterselo nel piatto: questo dovrebbe voler dire assicurarselo definitivamente fino all'effettiva ingestione di esso, tuttavia nei periodi più famelici il papi può anche attaccare direttamente il piatto altrui. La distribuizione delle porzioni viene normalmente fatta da me o dalla mamma, con puntuali proteste da parte del papi che possono svariare dall'esplicita richiesta di un'ajunta all'espressione modello pastore napoletano bastonato o "cannavaro - capo ridatece u pallone".
Quando però si commette il grave errore di non finire il cibo durante la divisione in porzioni, la mamma chiede chi ne vuole di più guardando solo me ma si trova sotto il mento normalmente il piatto del papi e della bea.
Infatti a casa mia vige la regola che qualsiasi portata messa in tavola, dico qualsiasi, deve essere assolutamente terminata: gli avanzi, da noi, sono un lusso. Questo costume è ormai consuetudine ovvia, tuttavia quando tale fatto viene messo in dubbio, ci si appella a "è nu peccato, nun se po' ghiettà".
Solo la frutta ha pochi pretendenti, tuttavia se si tratta di un frutto raro o appetitoso potrebbe esserci una rissa.
Assolutamente vietato poi fare un qualsiasi commento su un cibo che mio padre non ha provato nelle ultime 2 ore, perchè si rivolgerebbe con aria questuante: "fai gustare?"
Poi bisogna evitare che mia sorella esageri.
Bisogna anche far sì che mia mamma mangi abbastanza, ma francamente nessuno se ne frega più di tanto.
Io sono quello normale: è tutto dire.

Da due settimane la situazione è peggiorata: è arrivata la nonna. Pergiunta praticamente sorda adesso.
Quindi a tavola bisogna urlare (ma urlare sul serio) e ripetere le cose dalle tre alle quattro volte.
Ma non solo, il coefficiente di difficoltà del gioco aumenta perchè mia sorella è a dieta, una dieta stranissima. Può mangiare quanto vuole delle cose lecite, mentre le altre non le può toccare. Tra le quali si annovera il pane, principale oggetto della contesa a tavola perchè spesso non esattamente assegnabile: neanche il metodo un panino a testa è riuscito a funzionare.
Beh comunque non può mangiare pane la Bea. La cosa brutta è che la nonna ancora non ha capito cosa può o non può mangiare. Quindi ogni due secondi le dice: aiutati col pane, smettila di mangiare prosciutto prendi un frutto (che non può prendere). Il fondo è stato toccato domenica:
Nonna: "uè nennella, pecchè nun te mange 'o pane? nun te piace?"
Papi (ciuppando nel piatto con movimento a semiluna e sorriso a trentadue denti): "che bello fare la scarpetta!"
Nonna : " Eh sì, il pane è la cosa più buona del mondo"
alla bea è scesa una lacrima, a me sono caduti i coglioni.
Poi la nonna non può neanche cucinare le cose buone, perchè per solidarietà con la bea non possiamo viziarci, ma lei ogni tanto mi chiede se voglio due pizze fritte, una torta di mele, due crocchè e bisogna dire di no. Però domani mi fa una torta e la nasconde, l'ultima volta che l'ha fatto io non l'ho vista e ci sono camminato sopra.
Poi la nonna a corrente alterna tratta malissimo il papi, negandogli tra poco anche l'acqua delle volte dicendo "uè!!! stateve attient a chillu là!", e poi invece altre volte lo vizia. mah.

Comunque io voglio mangiare fuori questi giorni perchè non ce la faccio più: pace nel mondo!

1 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Ecco perchè di tanto in tanto ti presenti alla mensa serale in quel di Via Cenisio... sei sempre il benvenuto!

5/12/2005 2:40 PM  

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