domenica, aprile 03, 2005

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E' una sensazione strana.
Per la prima volta, la televisione non mi fa schifo in questi momenti.
E' una sensazione netta.
Mi sento triste.
E' una sensazione forte.
Sento una mancanza. Come se mi mancasse un po' la terra sotto i piedi. Come quegli orsi polari che saltano sul pack che si scioglie e un po' scivolano con quel culone peloso bianco in acqua.
Sono ansioso di notizie, la febbre di sapere tutto di vedere tutto in diretta mi prende. Ma ci penso e capisco che è una cavolata, che va bene così. Compatisco, soffro insieme.
La sera prego: ma mi accorgo che mi manca un interlocutore, mi sembra che non so a chi rivolgermi. Mi piace pensarlo lì, a fianco a me, come una mamma.
La mattina c'è un vuoto. Giro in casa come per trovarlo: non c'è, se n'è andato. Rivedo le immagini alla tele e mi si stringe il cuore: vederlo malato, vederlo che trema, vederlo in giro per il mondo. Mi ricordo quando ero in campagna, una sera i miei erano andati a letto e sono rimasto alzato a intravedere un po' di tele. Solo rai uno. La giornata mondiale dei giovani cattolici a Parigi, ad un primo momento li guardo e li sento distanti da me. Poi vedo lui, la sua gioia, l'amore della gente e qualcosa in me si muove. Come se avessi, finalmente, una conferma.
Adesso mi rendo conto che mi sento più solo, mi sento che è incredibile la vita va avanti.
Penso a quello che ha detto, non abbiate paura.

1 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Un uomo "normale", non faceva altro
che credere il quel che faceva,
e fare quello in cui credeva.
Nulla di più bello,
nulla di più semplice,
o forse dovrei scrivere
nulla di così maledettamente difficile?
L'ho visto di persona a pochi metri
4 anni fa, tornassi indietro gli
correrei incontro per ringraziarlo,
per incoraggiarlo a continuare
(non che ne avesse bisogno).
Ormai è tardi.
Per fortuna il mio grazie
può sentirlo direttamente
dal mio cuore.

4/04/2005 10:48 PM  

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