lunedì, ottobre 08, 2007

Autunno

Autunno, oramai.
Aria fredda che punge sulle guance. Colletto della giacca alzato e occhi che si fanno piccoli per il sole basso all’orizzonte. Luce gialla. Vento che smuove gli alberi, che fa cadere le foglie gialle, rosse, marroni, secche.
Cammino e le mie scarpe spostano le foglie. Mi piace il rumore che fanno le foglie secche. Mi piace quel suono netto quando le schiacci, e quel fruscio quando le sposti tutte insieme. Cerco di passare dove ci sono piú foglie possibili, per addentrare le mie scarpe in questa giungla di foglie, che non sai cosa c’é in mezzo, cosa c’é sotto. Ed é come quando mi fermo a ricordare, come quando nella mia mente rovisto tra i ricordi, che suonano come foglie secche anche loro: e sono bei ricordi, mi fanno sorridere, mi fanno sentire vivo, mi riempiono di speranza.
E continuo a camminare, e vorrei che la fermata dell’autobus oggi fosse un po’ piú lontana, per potere smuovere altre foglie, per potere rovistare tra altri ricordi, per stringermi di nuovo il colletto della giacca e sentire quella sensazione di calore, per sorridere al futuro.

Autunno, ancora.
L’aria é meno fredda, ma la pioggia scende un po’ pigra. C’é poca luce, e le macchine hanno i fari accesi. Non so se aprire l’ombrello, mentre i miei capelli diventano umidi; non se aprire la giacca, mentre comincio a sudare. Le mie scarpe sono impegnate a non finire in mezzo a delle pozzanghere. Qualche passante ha l’ombrello aperto, decido di imitarlo. Le foglie ci sono ancora, per terra. Ma sono bagnate, appiccicate, piú piccole. Si raggruppano tutte insieme, alcune sembrano marcite. Provo a camminarci sopra, e per poco non cado a terra. Non c’é piú quel suono secco, quel fruscio. Solo il suono della gomma delle mie scarpe che scivola. Tento, anche questa volta, di far riaffiorare qualche ricordo che mi conforti. Non mi viene in mente nulla, e allora forzo qualche ricordo di ieri, quando lo sentivo cosí vivo. Ma non funziona, anche i ricordi sono bagnati, non fanno piú quel bel rumore nella mia testa: sono gli stessi di ieri, ma questa volta non c’é nessun sorriso sulle mie labbra. Mi fanno sentire solo un po’ piú solo.
Cammino, cercando un lato del marciapiede dove ci siano meno foglie. Meno male che la fermata dell’autobus é vicina, penso mentre aspetto che il semaforo sia verde.

4 Comments:

Blogger takajiro said...

è l'autunno caro mio, ora delizioso e piacevole nei suoi mille e mille colori, ora triste e malinconico nei primi freddi, che come tali raffreddano anche i ricordi dei tepori estivi..

10/08/2007 12:14 PM  
Anonymous Anonimo said...

Come sei romantico...

10/10/2007 10:36 AM  
Anonymous Anonimo said...

Dietro il cinico trovano rifugio un animo dolce e una mente nobile: CHE SPRECO...
Non smettere mai più di scrivere, non necessariamente sul blog. So che ti fa star bene. Vivi per farti del bene (vale anche per spiderfedix)

anonimo russo

10/11/2007 10:08 AM  
Anonymous Anonimo said...

Ben tornato.

10/12/2007 11:26 AM  

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