giovedì, ottobre 07, 2004

La settimana veneziana

...
Elisa: Oh, Giò, la fai la tessera di Venezia?
Giovi: eh?
E: Sì per i film. Io e la Giulia l’abbiamo fatta, ne abbiamo una in più
G: Mah, non lo so..
E: oh dai... minchia ma non hai un cazzo da fare..
G: Sì, cioè no... ma quanto costa?
E: vabbeh, noi l’abbiamo pagato 20 euris, vale tutti i pomeriggi..una settimana..oh dai
G: Massì, spetta che controllo i danè.. sì dai ci sto. Quando si comincia?
E: Bella Giò! Ci vediamo domani con la Giulia alle due davanti al Plinius per il primo film. Seres queridos, poi ne abbiamo segnati quelli con le trame interessanti. Ci vediamo domani
G: ok a domani. Baci
E: baci


Dunque con questo approccio telefonico di una delle sorelle Damonte comincia la mia avventura di cinefilo: un po’ a caso, un po’ per passare il tempo tra un Caprile e l’altro. Ah, Caprile non è un aperitivo ma il nome del professore del mio ultimo esame, che ho dovuto ripetere ben tre volte in un mese prima di riuscire ad avere una firma sul libretto... dunque questa abboffata di film sembrava la maniera migliore per riempire i miei pomeriggi che si prospettavano all’insegna dell’apatia casalinga.
Carico di migliori propositi, mi presento al cinema il giorno seguente con il mio canonico quarto d’ora di anticipo: lo faccio passare guardando la gente che entra nel cinema, preoccupandomi anche un po’ dei posti liberi rimanenti. Sono un mago nel preoccuparmi e farmi angosciare dai ritardi: infatti sono sempre in anticipo mostruoso, e se per caso rischio di arrivare puntuale mi affretto arrivando comunque in anticipo. Le volte che invece ritardo ad un appuntamento mi prende un’ebbrezza, un’adrenalina per avere infranto le regole, una sorta di sguardo da uomo vissuto che se ci penso mi sento proprio semo. Sì, semo.
Beh insomma la gente che entra è di due tipi: universitari fancazzisti come me, dall’aria simpatica e molto poco milanese (ma allora esistono!) che arrivano in bici e grossi foulard, e nonne sprint dall’aria tutt’altro che sprovveduta che saltano code come palizzate dell’olio cuore e si lamentano per l’aria condizionata (troppo fredda, troppo calda, troppo spenta, troppo accesa). Sento di rappresentare la prima categoria.
Passa il mio quarto d’ora ma nessuno di conosciuto appare, anzi sì, va là un’amica di mia sorella di passaggio, fa sempre bella figura stare fuori dai cinema il pomeriggio che sembri un intellettuale. Mah mi appoggio a un motorino, leggo la brochure con tutti i film... due minuti e mi sono già rotto, mi sento sempre un po’ in colpa a leggere le trame, sapere cosa succede... usti ma quel tipo lì lo conosco... è....mmh.. ah sì! Amico di sasha. Di teatro. Riccardo. Ok si ricorda anche lui ci salutiamo, poi si congeda con un “tanto ci rivedremo”: suona come una minaccia, ma forse lui è un habituè. Io invece aspetto un altro pochettino, il film inizia, che due maroni, certo che ste sorelle Damonte... eccole là. Bene saluti e baci, possiamo entrare. Saliamo le scale, Giulia un po’ a fatica per un piede tumefatto in circostanze sospette, ci avviciniamo alle tende della sala e già si sentono grasse risate. Merda, l’unico film divertente e ci siamo persi l’inizio, che scazzo. Invece troviamo da sederci e riusciamo anche a inseguire e capire la trama... il film fa veramente ridere: zuppe congelate che cadono dalle finestre, palestinesi che ballano sui tavoli, ebree spagnole che fanno la danza del ventre.. sì carino, proprio bello questo film. Brave sorelle Damonte, scelta azzeccata.
All’uscita ci rifocilliamo e scegliamo il prossimo film: un film muto con accompagnamento dal vivo al pianoforte, penso che forse sarebbe stato meglio vedere questo film divertente più avanti durante la settimana... un po’ come quando lasci la parte più buona della pizza alla fine. Camminiamo tranquilli nel pomeriggio soleggiato milanese, e ti senti sempre un po’ strano quando cammini in questa città senza fretta, col sorriso sulle labbra, compiaciuto del tempo che hai a disposizione.. no dai, mi comincia già a piacere questa cosa dei film. Elisa ci abbandona, e forse fa bene perchè il film muto è proprio un pacco tremendo: pare che il pianista non lo abbia mai visto. Bravo è bravo, ma suona cose che non c’entrano nulla con quello che succede sullo schermo.. bah. Però le facce che fanno gli attori sono divertenti, anche i costumi.
Il prossimo film lo decido io, mi leggo un paio di trame e opto per Promised Land, un film di avventura italosvizzero che mi sembra abbastanza normale, sì insomma carino. Si rivela una boiata pazzesca, ma per andare a vederlo devo attraversare mezza città in bici e cominciano a piacermi questi spostamenti. E così io e la Tullia finiamo la prima giornata con ben 3 film al nostro attivo, ci salutiamo quando la sera comincia a calare e sento che raramente il mio pomeriggio sarebbe stato tanto produttivo.

Il giorno dopo c’è qualche casino su cosa andare a vedere, e poi piove e io mi sono fissato con sta bici.. vorrei vedere il documentario di Wim Wenders sugli Stati Uniti, ma i posti sono finiti per cui assieme alla Eli e alle sue amiche entriamo a Heimat 3, un film tedesco di otto puntate. Siamo molto dubbiosi, sarà una palla tremenda e mentre entriamo toh, Riccardo l’amico di Sasha che anche lui è messo come noi.. Beh nel cinema mi siedo e mi mangio la mia focaccia, come mi piacciono questi pasti fuori di casa che posso papparmi le maialate... faccio un casino tremendo con sacchetti, fazzoletti, cucchiaini e quant’altro ma nessuno sembra disturbarsi molto. Il film comincia e, con grande stupore generale, non è proprio niente male, una sorta di sceneggiato d’autore sullo sfondo della germania dopo la caduta del muro.
Tuttavia devo scappare a metà spettacolo, a qualche chilometro di distanza mi aspetta la Tullia per vedere Mar Adentro: sono molto curioso di questo film, per cui inforco il mio mezzo e, avvolto in una cerata troppo grande che funge da vela, scorrazzo per le vie di Milano. Ho sempre pensato, forse sbagliando, che andare di corsa, avere un sacco di cose da fare con tempi prestabiliti sia un qualcosa che mi rende particolarmente di buon umore (non proprio sempre, ehm..), mi sento attivo, quasi utile direi. Dunque arrivo completamente fradicio e, incredibilis!, Giulia è lì che mi aspetta: ci mettiamo in coda, con la gente che fa la fila parte qualche commento sui film già visti: tutte le facce sono particolarmente rilassate, non so mi ricordano di quando una volta in un’isola dell’oceano Indiano... ma questa è un’altra storia. No va beh insomma hanno tutti l’aria goduta, come in una sorta di vacanza furtiva.. beh mentre penso questo sbuca il solito Riccardo con squinzia al seguito: anche lui è fuggito prima dall’altro cinema.
Si entra nel cinema, dopo un frullatino proprio buonino, io ancora bagnatissimo, stendo i miei averi sui sedili come una massaia quando vedo la sciura al mio fianco che tenta di coprirsi anche con i giornali: “uè, ma son matti? Ma che frècc fà? ‘Sta mania del’aria cundisionà..”. Si però il film è proprio una figata, poco da dire, un capolavoro per me: c’è una scena, che poi se la racconto chi l’ha già visto è meglio di no, che penso che tutti gli spettatori c’avevano la pelle d’oca. Bello, bello, bello. Una mazzata eh, però proprio bello. Tant’è che è meglio non vederne altri di film per oggi, non vorrei far andar via le sensazioni che mi accompagnano dopo questo film.

Il giorno dopo tragedia. Non trovo la tessera, sono incazzatissimo: era tutto perfetto, panini comprati, film coreano in programma, tutto il pomeriggio calcolato anche con spostamenti precisi.. è che poi tornando da Mar Adentro mi sono preso un’acqua paurosa in bici, ho fatto casino tra chiavi soldi lettore cd cerata bici biglietto cellulare miiiiiiiiiii.. quante cose! No è che in realtà pensavo ad altro e ho fatto casino quando sono tornato a casa. Insomma litigo con la mamma perchè sono incazzato che ho perso il biglietto, poi però lo ritrovo e mi rimetto in pista e raggiungo la Tullia per vedere un documentario su Franco e Ciccio. Meno male, mi stavo troppo divertendo con questi film, gente nuova, stare in giro tutto il tempo..
Che poi Franco e Ciccio non mi hanno mai fatto ridere, ma chissà com’è il documentario fa piegare in due, c’è sempre Riccardo che vedo arrivare mentre aspetto Giulia. Oramai continua il nostro periodo da fidanzatini, dopo la vacanza in toscana: chi lo sa, magari poi mi invita a mangiare coi suoi! No dai però ci divertiamo proprio, ci beviamo la nostra spremutina salutista: mi fa solo girare un po’ le palle che io scelgo sempre un mix di frutti non abbastanza eccitante, lei invece ci azzecca sempre, sta stronza. No comunque per oggi già abbastanza emozioni, e poi di film oramai non ce n’è più per cui me ne torno a casa.

Che poi alla fine io devo anche dare l’esame! Me ne ero anche scordato.. allora la mattina dopo vado a seguirmi un paio di orali. Che quel professore lì, se vai a vedere gli orali, ti fai delle gran risate: è un teatro, lui e il suo aitante assistente. Beh insomma se non sei interrogato tu, si capisce. Però se stai lì ad assistere ti diverti anche. L’altro giorno un tipo ha detto che la portanza sulle ali è di forma elicoidale: l’avrei mandato a casa così, sull’istante, ma come si fa? No perchè poi, quando ti metti tanto a seguire un professore, finisce che la pensi come lui, che quando manda a casa uno cominci a pensare anche tu che è giusto. Eh perchè questo esame, che mi ha preso più di un mese della mia vita, non è che ti stressa tanto, non è che devi studiare tanto: ma sto bastardo ti entra dentro. Mentre guardavo gli orali mi veniva anche a me, come fa il professore, di lisciarmi la barba, di espirare forte dalle narici, di rispondere al telefono, di controllare l’email ogni cinque minuti sul computer con lo sfondo di tex. Ma sto divagando.
Insomma l’unico film della giornata è Agnes und seine Bruder, che poi io il tedesco si suppone che io lo sappia, e avrei dovuto capire dal titolo che agnes è un travestito, ma io ste sottigliezze dalla lingua tedesca adesso che è un po’ che non la pratico non le capisco mica al volo. Mi spiace proprio. Meno male che il film è in tedesco, così un po’ mi rifaccio, faccio finta di non guardare i sottotitoli ma poi alla fine qualche spiata ce la do. Bah un film morbosissimo, alla fine niente male ma veramente da malati.. poi mi colpisce il personaggio di questo bibiotecario, ossessionato dalle fighe, malato di.. insomma che è... beh insomma il termine non lo so, però si spara seimila seghe al giorno. Che poi il tema della masturbazione è un tema spinoso e all’ordine del giorno, credo da circa un paio di milione di anni, e io non voglio certo discernene però sto personaggio mi ha colpito, mi ha proprio schifato e allora ho pensato: se a casa, sul computer, avessi qualche file porno, lo cancellerei al volo. Insomma da quel giorno lì la memoria libera sul disco fisso è quasi raddoppiata.. si ma di ste cose alla Eli non ne ho parlato.

E così la mattina seguente mi presentavo di nuovo dal professore, nel suo ufficio pieno di sedie per spettatori di esami, me ne stavo lì con Andrea a prendere qualche appunto,a tentare di rispondere mentalmente alle domande, ma più spesso ad osservare attentamente il prof per poi tentare di imitarlo. Quel bastardo era oramai parte di me. Mi do appuntamento con Tullia verso l’una ad un nuovo cinema, questa volta per un film semi-sentimentale francese: dopo il suo quarto d’ora accademico di ritardo (si lo so sono insopportabile, non ce la faccio a non farla pesare..) entriamo.. anzi no adesso che mi ricordo bene sono addirittura entrato da solo senza aspettarla, si sono proprio cattivello. Beh il film (La Demoiselle d’honneur) non è niente male, anche questo un po’ morboso ma non in senso sessuale, si bello però, ti prende.
Abbiamo anche il tempo di fare una chiaccherata al bar, qui purtroppo non c’è Viel per cui niente frullati, allora via con una cochina che in vincenzo monti ti senti sempre un po’ un modello quando ti siedi ai tavolini. Ogni volta che vedo quei bar penso a Tozzi e che gli hanno fregato la bici mentre era in un negozio, di giorno. Pensa poi che l’altra sera esco con Fede, lo riaccompagno a casa verso le 2 e trova la sua bici senza la ruota davanti ma con una ruota bucata appoggiata lì vicino... dei bastardi gentili, verrebbe da dire.. beh ma sto uscendo di tema nuovamente. Insomma con la Tullia si parla che, cazzo, stiamo diventando grandicelli e che l’università finisce.. questa sorta di balia,anche se per il politecnico è forse più giusto il termine di prigione.. ma dai vedremo. Intanto godiamoci questi giorni di fancazzismo culturale.
Lei deve andare a mettere il fissante su delle pareti (?), allora io mi decido ad andare da solo a vedere un film argentino, Una de dos. Oltretutto, mentre ero seduto (che poi ero seduto tutto laterale che ero arrivato tardi, e mi sentivo in imbarazzo a cambiare di posto.. chissà perchè poi..) faccio una delle mie mosse accavallando le gambe, sì modello Sharon Stone e sento uno stonc! bello secco, ho tirato giù un pezzo del sedile di quello davanti. Il tipo si gira e io faccio una faccia da poker che neanche al Pacino... poi però mi sentivo una merda così sono scappato coi titoli di coda per non vedere il danno provocato e non farmi vedere dal tipo. Ah sì, il film: mah una sorta di film-verità, sai quelle robe basso costo, no bello per capire la realtà che c’è da quelle parti, poi ogni tanto è frammentato da immagini dei disordini a Baires.. però la trama è quella che è, i tempi del film pure. Interessante però dai.

Giusto quando a tutti racconto che i film visti mi sono piaciuti quasi tutti, e che la qualità per me è proprio buona, perchè a parte il film svizzero non mi sono mai pentito di essere entrato in sala per nessuno... ecco che ti arriva la giornata pacco. Si comincia con 4, un film russo che se leggi la trama ti sembra veramente una figata anzi ve la scrivo: “tre moscoviti si incontrano nel mezzo della notte in un bar del centro e allegramente si raccontano bugie sulla propria vita. Poi ognuno va per la propria strada. E vivono le vite che avevano immaginato...” ecc ecc ecc.. allora sarei curioso di sapere chi cazzo ha scritto questo, perchè quello che c’è scritto semplicemente non accade. Ma io non lo so... forse hanno solo visto l’inizio (effettivamente ci sono dei tipi al bar che sparano minchiate), e poi hanno pensato bene di inventarsi il resto. Non male come esperimento letterario, un po’ meno se lo metti nella guida dei film. Beh comunque a parte questo, il film è assurdo, tempi lunghissimi, silenzi interminabili, non accade nulla... ok non cerco scuse, mi sono addormentato. Non mi era mai capitato al cinema, ma giuro che ne avevo ben donde. 2 volte. Tullia no, però lei mi sa che ha il fisico per ste cose. Mah poi c’era gente che mangiava di tutto in treno con dita sporchissime, maiali rotondi, zoccole che non ho capito se eran zoccole, nonne che masticano la mollica del pane la sputano e ci fanno le bambole...
Che poi dopo, non contento, sono anche uscito prima per raggiungere la Eli per “i 3 stati della melanconia”. E va bene, non dovevo aspettarmi una commedia brillante (anche se qui avrei da ridire, perchè la famiglia Damonte una volta mi ha spacciato Vodka lemon come una divertente commediola di coincidenze... vi invito a vederla.. che missèria): però parte subito con il primo episodio sulla vita dei bambini senza famiglia che vivono in accademia militare... e di nuovo la palpebra cala. Già non avevo trovato Elisa e le tamarrine che ero in ritardo, poi mi era venuto sonno.. insomma quando vedo che il titolo del secondo episodio è “Grozny, Cecenia” mi alzo e pianto un fugone storico. Beh insomma e va bene che fino ad adesso avevo sempre visto film belli, ma subire queste angherie no.

Poi è venuta la domenica e sono stato in campagna per la pizzata, niente cinema.

Il lunedì, ultimo giorno, le Damonte’s sisters mi hanno paccato, così sono andato con la scimmia a vedere 5x2, un film francese abbastanza del cazzo, se mi posso permettere. Sono veramente insopportabili sti francesi, mi dispiace dirlo ma è così: pensa che prima ero sul sito dei mezzi pubblici di Parigi, volevo sapere come arrivare da un posto all’altro avendo un indirizzo incompleto. La prima volta mi dice “errore, prego specificare più nel dettaglio luogo arrivo”. Poi cambio e mi dice una cosa simile e la terza volta che cambio ancora viene fuori “è necessario immettere delle indicazioni precise e non vaghe perchè il sistema funzioni”. Li mando a cagare, cerco meglio l’indirizzo, lo accetta e mi viene fuori: “servizio momentaneamente sospeso”. Mais, alors, allez à caghé. Silvuplè!
Beh insomma proprio una bella settimana, tra il buio dei cinema e la luce di Milano, che ancora facevo caldo e sudavo un poco in bici. Poi con sta storia che erano all’ora di pranzo mangiavo meno e con tutti i chilometri macinati magari qualche chiletto l’ho perso dai...
Chiaramente poi all’esame mi ha bocciato il giorno dopo.

4 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Anche se non ci crederai l'ho letto tutto, non ho mai dato una sbirciata al finale, come è solita fare una mia cara antenata, e non mi sono mai addormentato.
Quasi quasi mi spiace di non avere avuto una tessera anche io, ma in fondo, si sa, da bravo quarterback preferisco le americanate....

Rik

10/18/2004 1:01 PM  
Anonymous Anonimo said...

leggere l'intero blog, pretty good

11/03/2009 11:15 PM  
Anonymous Anonimo said...

La ringrazio per Blog intiresny

11/06/2009 6:04 PM  
Anonymous Anonimo said...

Perche non:)

11/06/2009 6:15 PM  

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