martedì, settembre 28, 2004

The more we travel to the east, the more we are silent. Why?

Quatto e mezza di pomeriggio, torno dall’ università, perché devo studiare un pochino… eh già studiare, e io che pensavo di poter non fare nulla. Lungo il mio tragitto verso la s-bahn, la metropolitana leggera che è anche panoramica, incontro qualcuno e scambio quattro chiacchere: è sempre bello non essere soli. Arrivo alla stazione e giusto il tempo di ammirare il culetto di una bella tedeschina e il treno arriva: salgo sul primo vagone, abitudinario come non mai, perché so che mi risparmia qualche metro a piedi quando scenderò alla mia fermata.. delle volte sono pietosamente un ingegnere..
Apro la porta e di fronte a me c’è uno di quei suonatori di strada: banjo e fisarmonica le sue armi per scucire qualche soldo… cazzo se è bravo, la sua musica la riconosco, ti fa venire voglia di sorridere e battere le mani, di guardare gli altri e fare un po’ casino. Ovviamente nessuno lo caga, nessuno sembra ascoltare, nessuno gli dà un soldo (questa volta neanche io, e che cazzo mi sono perso metà performance!).. che tristi queste situazioni. Mi siedo e davanti a me c’è una coppia di russi o non so che, tipici dell’est: lui anonimo e triste, lei bruttina ma conciata da puttana e con un fisico assurdo. Parlano poco, sbiascicano lamentosi qualcosa nella loro lingua, che per quanto ne so puo’ essere una riflessione teologica come un commento all’ultimo film di rocco siffredi, peraltro molto conosciuto anche qui.
La mia università è in centro all’ovest e io vivo all’est,quando torno a casa mi devo attraversare tutta Berlino ma mi piace, la vedi in quasi tutte le sue sfaccettature: ci pensavo spesso i primi giorni, comincia ad essere routine anche per me adesso, anche io come tutti gli altri ora quando passo a fianco ai cantieri per il nuovo quartiere direzionale non guardo quasi neanche più fuori.
I russi scendono, e ad Alexanderplatz, il centro dell’ est (una piazza che viene descritta dalla lonely planet: “…una delle più orrende e disorientanti piazze che chi scrive abbia mai visto”, ma che ha indubbiamente un fascino perverso) salgono due muratori-imbianchini: uno avrà diciassette anni, l’altro invece qualcheduno in più e mi guarda storto mentre leggo il mio libro.. al solito mi sento un privilegiato. Ma poi come cazzo faranno a resistere al freddo con quella salopette che hanno addosso mentre io -e conto mentalmente- ho su quattro strati… e ho freschino…
Sento una sorta di brusio, un minivociare che spezza il silenzio irreale del treno vuoto: ma come fanno ad essere così silenziosi??? Ogni tanto squilla qualche cellulare, molto raramente ma succede, e io sono lì pronto ad ascoltare la conversazione ma riescono a parlare al telefono con un volume della voce irrisorio, che veramente mi chiedo come fanno gli anziani qui a vivere… mia nonna al telefono la senti dal palazzo a fianco, mia mamma quando risponde sembra che debba vendere delle arance, e qui sono tutti silenziosi.. sembra che tramino qualcosa al telefono… Poi scopro il motivo del brusio, un negrone di un metro e novanta, con una sciarpa rossa un cappotto zebrato dei pantaloni a righe gialle si aggira per il vagone, con fare da attore consumato. Cerca di rifilare a tutta la gente un volantino, un qualcosa: si avvicina a noi e con una voce bellissima, impostata e profonda fa: “the more we travel to the east, the more we are silent, why?”… e, dopo avermi dato il suo biglietto da visita (è uno scultore), se ne va…cazzo prima mi viene da ridere, poi a pensare alla scena, alla gente che sembra non considerarlo neanche comincio a rifletterci.. vorrei che ripassasse, che mi chiedesse di nuovo la stessa cosa… penso a una risposta, e gli direi: “yes. But the more we travel to the west the more hypocrite we are.”
Mi rendo conto che questa è la citta del muro, di come the wall ci sia ogni giorno: the wall tra l ‘est e l’ovest, the wall tra gli stranieri e i tedeschi, the wall tra me e miei compagni di università, addirittura the wall tra me e te che sei lontano….

Ciao bello, ti scriverò ogni tre mesi le tre storie più assurde che sento qui a Berlino, il materiale ce l’ho, si tratta solo di sceglierlo…


fotina di berlino Posted by Hello

niente germania.

sabato, settembre 25, 2004

il primo post

proviamo a vedere se funziona...
cercherò di scrivere cose interessanti..