mercoledì, agosto 30, 2006

designer

Premetto che é veramente facile criticare il lavoro degli altri. D'altra parte é anche universalmente noto che io sono uno spaccacoglioni di dimensioni bibliche, e su questo sono sicuro che in parecchi possano confermare.
Ma oggi, quando sul sito della gazza ho visto il nuovo logo della nazionale, quello con le quattro stelline che la volta scorsa non si poteva vedere perché era ancora in preparazione, beh mi sono girate un po' le cosiddette.
In sintesi, é identico al precedente ma con una stella in piú, messa in mezzo cosí non stona piú di tanto e la figura rimane assialsimmetrica (ehm ehm).
Allora io ho pensato al team di designers che, due giorni dopo essere scesi in piazza a festeggiare l'italia campione del mondo, si ritrovano in una riunione. Con i loro mac e il caffé nescafé in una tazza trendy, ne sono sicurissimo. Magari le tipe con un vitasnella in mano.
Morale il capo, probabilmente un tizio con degli occhiali con la montatura colorata, dice:
"Allora guyz ci han chiamati quelli della FIGC. Dicono che il logo che gli abbiamo fatto l'anno scorso gli piace. Ma che dobbiamo tirarne fuori uno con quattro stelle. pare che rappresentino il numero dei campionati vinti.. e io che credevo che fossero solo di bellezza, vabbeh. Idee??"
Mentre metá del gruppo controlla la posta su internet facendo finta di stare elaborando chissá quale bozzetto, il nerd che fa sempre il lavoro di tutti esclama:
"Trovato! facciamo una cosa tipo pentacolo di leonardo con le stelle in quattro vertici e in cima la faccia di lippi e in mezzo la coppa tutto tricolore con spaghetti azzurri che adornano il tutto".
"Che minchiata", dice il capo, "facciamo che aggiungi una stella in mezza a quello di prima. ok?"
"ok capo", rispondono tutti in coro.

Deve essere andata cosí.


martedì, agosto 29, 2006

da festeggiare

caspita, l'appagamento giuoca brutti scherzi.
ad ogni modo mi sembra doveroso festeggiare qui la conquista della supercoppa italiana con una leggendaria vittoria sulla roma per 4-3, sponsorizzata da streamerone.it.

lunedì, agosto 28, 2006

Astice e Matkot- cap. 2

Ecco il secondo capitolo del racconto. Qui potete trovare il primo capitolo

Galantuomo é in spiaggia. Si gode la sua meritata vacanza: tornare ad Alassio, come quando era giovane, lo fa sentire ancora vivo. Non importa che la sua carta d’identitá dica che ha venticinque anni: lui se ne sente quaranta, e questo é l’importante.
E come tutti i quarantenni, una volta in spiaggia si piazza a leggere il corriere e a guardare le ragazzine. Come tutti i quarantenni, va diritto alla pagina di economia, per vedere quali sono le cose che si sta perdendo al lavoro. Come tutti i quarantenni, ha un’aria imponente e un che di sacro, quando si mette in costume e con le gambe bianche e sgambetta sulla sabbia.
Bisogna tuttavia sottolineare come sia un quarantenne atipico : viene da solo in vacanza. Si gode la vita notturna, assaporandone ogni suo momento fino alle soglie dell’alba. Si sveglia tardi, e quando chiede cappuccino e brioche alla marmellata, i tavoli a fianco che fanno l’aperitivo lo guardano storto. Poco male, tanto indossa degli occhiali da sole che lo schermano da sguardi insidiosi. E gli servono a guardare meglio le ragazzine.
Ad ogni modo Galantuomo, che si trova in vacanza al mare, ha solo voglia di rilassarsi ed uscire con i suoi amici.
Adesso che é in spiaggia, promette a tutti di portarli in giro in gommone, ma poi rimane sulla sdraio a godersi il meritato riposo. Si crogiola al sole, fa due tiri a racchettoni: ancora non sa che sono lo sport nazionale israeliano, il matkot. Si rimette a sedere, occhiali da sole e giornale, si sente vivo.
La sera, verso le sette, va a farsi una birretta al solito bar, per guardar due ragazzine. Doccino e profumo, che fa molto compagnia delle indie. Cena sul tardi a base di calamari, per sentirsi al mare. Poi camiciola, jeans chiaro, scarpino alla moda e via, a passeggiare sul lungomare. Questa é estate. Si ferma con gli altri ad un tavolo, sempre il solito posto : non ha neanche intenzione di annoiarsi, son due settimane all’anno.

‘Me le voglio godere in pieno’ dice accendendosi la sua sigaretta, con un movimento ampio e studiato delle braccia.
Si avvicina al tavolo la cugina di una sua amica, Melissa, seduta lí con lui. Ha 15 anni, la cugina di Melissa, dice che oggi é il suo compleanno e fa una festa a casa sua.

‘C’é figa?’, chiede Galantuomo, facendo finta di scherzare. La cugina risponde che no, c’é solo lei il suo fidanzato tamarro con tutti i suoi amici. Galantuomo li chiama, affettuosamente, ‘la gang dei quartieri spagnoli’, probabilmente ne ha ben donde. Gli altri al tavolo se la ridono, mentre la cugina se ne va, abbastanza incurante degli scherni.
Melissa sospira : ‘Siete proprio degli stronzi’

‘Nulla di piú vero!’ ribatte Galantuomo, mentre si sgola la fine della sua birra e con lo sguardo cerca il cameriere. ‘Allora che si fa, andiamo a ballare ?’, dice rivolgendosi agli altri.
Mentre si discute dove andare e come andare, a Melissa squilla il telefono. Lei si apparta un attimo, e al tavolo ci sono pareri contrastanti sulla meta serale.

‘Alla Suerte ci sono i tamarri che si picchiano, al marocchino ho paura che mi diano il corano in omaggio assieme al cocktail’ sentenzia Galantuomo.
Gli altri annuiscono, si fa proprio dura. Eh, sono finiti i tempi in cui bastava prendere due bottiglie di limoncello e limonare sulle sdraio in spiaggia : si sono un po’ tutti imborghesiti, ma sí, in fondo ci sta, si diventa un po’ vecchi. Melissa ritorna a sedersi al tavolo : le sue amiche, che sono gemelle, le chiedono in coro come sta il suo fidanzato.
No, non era Hans.
Era una mia amica, pensate che poverina era in Israele, ad Haifa, a fare un seminario con l’universitá ed é dovuta tornare di corsa con l’aereo dell’ambasciata’
‘Seminario in Israele ??
E chi é quel deficiente che organizza seminari in Israele ?’dicono tutti in coro.
‘Ma soprattutto chi é quella coglionazza che ci va, a sti seminari, dico io’, incalza Galantuomo.
Boh !’, risponde Melissa. In realtá, nessuno si aspettava una risposta migliore di questa. ‘ad ogni modo glielo potete chiedere voi, arriva qui domani. Sta da me per qualche giorno, al massimo fino a sabato che poi viene mia nonna e la devo cacciare’

ruminans

mentre il mio stomaco rumina la stesura della prossima puntata del racconto "astice e matkot", segnalo un video che giustifica, in qualche modo, la serietá dei miei scritti.
ho goduto della supercoppa con solite magie di streaming mentre il diluvio universale si abbatteva sull'olanda. niente di nuovo, peraltro. fenomenale figo, o figu come si dovrebbe pronunsciari. e maicon (unadonna) diventa subito il mio idolo.
la vale é venuta a trovarmi, si prospetta un weekend in quel di valencia a trovare luna. il capo é tornato al lavoro: temo sia finita la pacchia.
altri pensieri del weekend: rotterdam fa proprio schifo, ma alla fine non é poi tanto male. anzi, le case cubiche mi hanno fatto venire in mente un quesito che proporró ai lettori del blog. il quesito, che si basa su di una immagine, si chiamerá:
"Indovina il tanga - le feste acrobatiche olandesi".
Cari lettori, cominciate a farvi frullare per il culo qualche ideuzza.
Un ultimo consiglio: non fidarsi troppo di imdb e delle sue classifiche.

giovedì, agosto 24, 2006

Astice e Matkot- cap. 1

Alassio, ogni estate, riesce a fornire nuovi aneddoti da raccontare.

nda: Per motive di privacy, copyright, restrizioni militari e quant’altro, verranno usati dei nomi fittizi per i protagonisti della vicenda.


Diciamo quindi che c’é un tipo, che lo chiameremo Galantuomo, che si trova in vacanza in quel di Alassio. E diciamo che c’é anche una tipa, che si chiama Haifa, che anche lei si trova in vacanza in quel di Alassio, perché una sua amica la sta ospitando. Diciamo anche, per onor di cronaca, che in realtá lei in quel momento non dovrebbe essere lí. Lei dovrebbe essere in Israele, nello specifico proprio ad Haifa: sicuramente l’attento lettore avrá quindi capito l’origine del suo soprannome. Ebbene, Haifa si trovava effettivamente ad Haifa, quando la stessa Haifa (la cittá in questo caso) é stata colpita dalla guerra. Haifa, la cittá, é una cittá sostanzialmente tranquilla, é sempre stata considerata un luogo relativamente distante dalle situazioni conflittuali in cui il paese della stella di Davide solitamente si trova. Haifa, la cittá, é un posto dove la gente si diverte, gioca a racchettoni in spiaggia e tutte quelle cose lí. Ci sono anche delle universitá importanti ad Haifa. Haifa, la nostra amica, é proprio ad Haifa per seguire un corso estivo all’universitá locale.

‘Ma come, esistono corsi estivi in universitá israeliane??’ - si chiederá il lettore - ‘E soprattutto, chi cazzo ci va in Israele a fare dei seminari o dei corsi estivi?’. E questo non se lo chiede solo il lettore, ma anche il vostro menestrello, che tuttora non si spiega questo fatto. Taluni sussurrano che sia solo un metodo subdolo organizzato da adulteri professori italiani per scappare con le loro studendesse. Talaltri, come la stessa Haifa, sostengono che non ci sia nulla di anormale in tutto ció, che sia un’usanza annuale per certe facoltá del Nord Italia. Ed in effetti, a sostenere questa teoria, vi é il fatto che nella stessa Alassio si trovi un’altra studentessa iscritta allo stesso seminario in terre israeliane.

Ad ogni modo, la nostra Haifa si trovava proprio ad Haifa, nel luglio del 2006, quando scoppió il conflitto con il vicino Libano, a causa delle eccessive interperanze dei fondamentalisti islamici Hezbollah.

La reazione israeliana venne considerata eccessiva da parte della comunitá internazionale ‘Questa volta hanno esagerato’, tuonava il presidente della Francia, vicina da sempre ai paesi mediorentali.

‘Cancelleremo Israele dalla cartina!!’, era invece il grido pazzo e rabbioso del presidente dell’Iran, paese che sta scrivendo il proprio destino con queste dichiarazioni.

‘Cazzo, che sfiga!!!’, dicevano i seminaristi ad Haifa, costretti al rientro veloce in terre italiane ‘E si che avevamo cominciato ad essere bravini anche noi a matkot!’. Si da’ il caso che il matkot (מטקה in ebraico, racchettine o racchettoni in italiano), sia lo sport nazionale israeliano. Lí, sono fortissimi a matkot: quando cammini in spiaggia, devi stare attento a tutte le palline di matkot che ti sibilano ad altezza cranio. Mentre prendi il sole, il ritmo del tempo é cadenzato dal suono dell’impatto tra pallina e racchetta.

Dunque questa sfortunata circostanza obbligava Haifa, la nostra amica, al rientro in Italia.

‘Puttanazza, mo’ c’ho le vacanze a ramengo. E dove vado, adesso che m’é saltata Haifa? E soprattutto, dove posso praticare matkot, adesso che ne sono diventata una assidua praticatrice?’ – si chiedeva la nostra amica- ‘mo chiamo quella amica che avevo conosciuto tempo fa che c’ha la casa al mare…’

‘Sí pronto? Ciaaaaaaoooo, sono Haifa, come va? … no, no, sono tornata. ….eh lo so, é che con la storia della Guerra ci han fatto tornare di fretta. Solo il prof e una mia compagna sono rimasti. … esatto, lasciam stare …. Senti ma, tu sei al mare? … no, io sono qui, in cittá. Sai, ad agosto é bello, é mezza vuota non c’é un cazzo di nessuno, parcheggi dove vuoi, locali chiusi, alla fine é bello. Sai, sono qui da mezza giornata ma giá mi sembra di vivere la cittá in maniera diversa. … si li ho chiamati ma non c’é nessuno. Stasera mi guardo i bellissimi su rete 4. …. Dai?? … beh, sarebbe carino … ma dici sul serio? … ok allora vengo domani per caso ho gli orari del treno qui stampati arrivo alle 15 in stazione. Scusa mi si sta scaricando il telefono sei gentilissima ciao’

Fine della prima puntata.

racconti a puntate

comincia, su giovannibinet.blogspot.com, una nuova rubrica. E' una rubrica di racconti a puntate. Purtroppo, a cause del blog stesso, le puntate saranno visualizzate in maniera sequenzialmente inversa.
Quello che voglio dire con sta frase, che ci son stato su almeno due minuti, é che adesso metto su la prima parte del primo racconto, ma poi quando metto la seconda parte blogger me la mette prima della prima... vabbeh insomma, ci si é capiti.

oplá

forse gli appassionati di questo blog si ricordano di quando, direi quasi due anni fa, raccontai con sapienza le avventure della famiglia binet nel tentativo di arginare l'invasione di cinghiali in quel di brazzuola (casa in campagna, ndr). Il tutto era sfociato nella costruzione di uno steccato elettrificato modello guantanamo, costruito sotto la carismatica ma poco attiva supervisione del capofamiglia tony.
Inzomma, per farla breve i cinghiali non sono piú entrati a fare i loro porci (mo' ce vó, direbbero i partenopei) comodi. Tuttavia il filo elettrificato piú altro, che a me arriva ad altezza dei seni, pare che non sia abbastanza alto per fermare i caprioli. Queste splendide bestie infatti saltano come dei dannati, altro che michael jordan, e oltretutto senza rincorsa si piazzano nell'orto a mangiare fiori e prezzemolo. Anche un po' scemi, se vogliamo, perché ci sarebbero i pomodori e il basilico che si farebbero una mezza caprese, ma insomma rovinano lo stesso.
Beh pare che qualcuno abbia trovato una soluzione al problema.

mercoledì, agosto 23, 2006

larve

Adesso che ho un nuovo compagno di ufficio, sto diventando un esperto di Svezia. Beh, consiglio di vedere questo sito, dove ci sono delle foto di larve di farfalle. Pare che in ogni villaggio attacchino un posto solo (tipo un albero), dove mettere su casa. pazzesco!!

martedì, agosto 22, 2006

fonte enorme

circa un anno fa, quello stordito di cesare mi consiglió di visitare il sito di raiclick. mi diceva che gli era essenziale per non perdersi dall'estero le puntate di un posto al sole e per vedersi, nei momenti in cui si sentiva solo, il buon montalbano o don matteo. la voce si é sparsa rapidamente anche qui ad estec, ed in breve il maxischermo del laboratorio di robotica veniva usato per episodi del tipo "gli arancini": a fine giornata lavorativa, i giovani ricercatori obbligavano anche i robot sul modello di suolo marziano a guardarsi le avventure di salvo fazio catarella livia ecc.. (drinnn... "sto mangiando la pasta coi broccoli, chi é che rompe??")
devo ammettere che anche io fui tentato, ai tempi.
invece poi ho scoperto che non ci sono solo minchiate (che non si offenda camilleri, semplicemente un mito) su raiclick, ma anche un sacco di cose vecchie molto molto belle. che ne so, tutto blu notte e compagnia, piuttosto che programmi talmente vecchi che vedi pantaloni a zampa e barbe che neanche in stazione centrale. beh, tra i vari, consiglio di vedere alcuni episodi di questa serie, sono filmati di qualche minuto. A me quelli di Pasolini e Fellini sono piaciuti molto.
un piccolo tip per i miei friend che non hanno un dick da fare.

notizia a margine: con mio enorme stupore, ho scoperto di avere altre ferie. giubilio.

venerdì, agosto 18, 2006

la casa por el tejado

son vinite le vacanse, casso.
veramente non ci voleva. delle volte ci vuole che le vacanze continuino, cioè ci vuole sempre che le vacanze continuino.
comunque... ritorno al lavoro con un disordine mentale non indifferente.
quindi, per ordinarlo, andrò schematicamente a punti.

in spagna fa caldo, ma è un caldo di quello secco.

ad alassio si sta bene, come sempre. ogni volta ho la sensazione che sia l'ultima, poi mi sbaglio. certo, i matetti pestano con i loro totani al miele. e poi, ho fatto sbocciare l'amore. credo che sasha si sia innamorato. il buon fasha si è innamorato di stefano, cosa che lui non credo gradisse molto. grazie infatti all'espulsione da casa mia, l'unto russo ha dovuto riparare dall'invernizzi, che un pochino forzatamente lo ha accolto in casa. da lì il russo ha cominciato a spaccare i coglioni al suo ospite in una maniera allucinante, veramente notevole. il povero ste ha subito, sacrificando diverse magliette sotto le oleose mani del sasha.
insomma comunque ci siam divertiti, soprattutto loro due. no anche io, ma me ne sono andato prima.

ale è in vacanza in grecia, questo credo sia una notizia, vediamo quanto dura. fede nel frattempo è negli steites, che robba. non mi dispiacerebbe raggiungerlo, quasi quasi mi prendo una mezza giornata..

come tutti, con il tempo si cresce. io non è che senta molto che stia crescendo in altezza, magari in larghezza un poco, ma neanche tanto. essere chiamato un panzon certo non aiuta, ma non è questo il punto. il punto è che si cresce, dopo un certo punto, soprattutto dentro. beh tutta sta spatafiata della crescita per dire che, secondo me, un sintomo che sto crescendo è che mi conosco meglio. ovvero capisco un poco meglio come sono io, o soprattutto come sono diversi gli altri.
ad esempio, ci sono delle volte, soprattutto quando conosco gente nuova, che parlo un casino. si insomma racconto un sacco di cose, alla fine sempre le stesse poi, scopro le mie carte. senza dubbio a qualcuno può dar fastidio, come se uno volesse fare il protagonista. ci sono invece quelle persone che ti guardano e ascoltano. normalmente con gli occhi fissi, magari qualche risolino o sorriso. ma ascoltano e basta. e non ti dicono niente di loro.
non mi piacciono, mi sembrano dei ladri. cioè, prima di tutto mi fanno sentire un po' un coglionazzo, che sto lì a raccontare tutta la mia vita. e poi dopo comincio a pensare che c'è qualcosa che non va, che tentano di rubarmi qualcosa. invece poi ci penso bene, e credo che queste persone siano tirchie. non danno niente. non lo trovo giusto.

con quest'anno all'estero, ho perso un po' di contatto con la lingua italiana. congiuntivi estinti, strutture grammaticali slogate, sintassi zoppa. tuttavia, c'è un tuttavia in effetti. da fuori vedi meglio alcune cose. e ci sono alcune espressioni di moda che mi stanno un po' sulle scatole. a parte l' "assolutamente sì", di cui credo di lamentarmi da un po', c'è la nuova espressione popolare "un grande uomo". ogni volta che la sento, mi immagino biscardi che parla di maradona. insomma, ha rotto le palle sta cosa di grande uomo.

l' inter è diventata campione d'italia, in una maniera un po' sordida diciamolo. sto scandalo fa acqua da tutte le parti, per non dire della fine a tarallucci e vino che proprio non so chi se la meriti, io no di certo.
ad ogni modo siam campioni del mondo, e anche d' italia. evviva, evviva.
ecco, sento una sensazione di conclusione di un libro. non tanto di appagamento, ma è come quando leggi un libro e dopo l'ultima parola c'è un punto poi lo spazio bianco della pagina. giri, guardi dietro ed il libro è effettivamente finito, ma in fondo lo sapevi che stava finendo (per non dire che stavi già facendo da un po' il conto alla rovescia, che tutti un po' lo fanno). e di quello che accade dopo, perchè le storie da qualche parte continueranno anche, non è che poi te ne frega molto. il libro è finito. mettilo via e cominciane un altro.
ecco con il calcio, soprattutto con l'inter, è un po' così. un po' una fine.
boh, vediamo se poi mi riprende la passione, per adesso non tanto. forse ci riesce zlatan, a riaccendermi un po'. che per sfizio ho provato la formazione di quest'anno a pro evolution e ragazzi siamo fortissimi.

concludo qui sotto con il testo di una canzone ed il suo video. normalmente, non leggerei mai il testo di una canzone, non lo so, mi impigrisco non lo faccio mai. i testi delle canzoni, messi lì nero su bianco, li trovo spesso un po' volgari, nudi. e sicuramente tra qualche giorno dirò lo stesso di questa canzone che metto qui. ma non importa, il testo di questa canzone è proprio come mi sento adesso. e anche il video, che fa un po' ridere (involontariamente immagino), è a suo modo esemplificativo.

Ahora si, parece que ya empiezo a entender
Las cosas importantes aquí
Son las que están detrás de la piel
Y todo lo demás....
empieza donde acaban mis pies
después de mucho tiempo aprendí
que hay cosas que mejor no aprender.

La Bovisa poco me enseño.....si es por esos libros nunca aprendo a:

Coger el cielo con las manos
a Reír y a llorar lo que te canto
a Coser mi alma rota
a Perder el miedo a quedar como un idiota
y a empezar la casa por el tejado
a poder dormir cuando tú no estás a mi lado

menos mal que fui un poco granuja
todo lo que se me lo enseñó una bruja

Ruinas.... ¿no ves que por dentro estoy en ruinas?
Mi cigarro va quemando el tiempo,
tiempo que se convirtió en cenizas

Raro!! .... no digo diferente digo raro!!
ya no sé si el mundo está al revés
o soy yo el que está cabeza abajo

El colegio poco me enseñó....
si es por el maestro nunca aprendo a:
Coger el cielo con las manos
a Reír y a llorar lo que te canto
a Coser mi alma rota
a Perder el miedo a quedar como un idiota
y a empezar la casa por el tejado
a poder dormir cuando tú no estás a mi lado